I servizi di psichiatria e psicologia delle strutture sanitarie della Marca trevigiana soffrono di una grave carenza di personale: sulle 46 figure professionali di psichiatri necessari, ve ne sono attualmente soltanto 32 in servizio. Inoltre, a seguito del blocco imposto dal Consiglio di Stato ad un concorso indetto da Azienda Zero, rimane sospesa l’assunzione di ben 25 psicologi. Quali interventi urgenti intende mettere in campo la Giunta per aumentare l’attrattività e assumere nuovo personale?”.
L’analisi e la domanda vengono dal consigliere regionale trevigiano del Partito democratico, Andrea Zanoni, e dalla collega Anna Maria Bigon, vicepresidente della commissione consiliare Sanità, che informano di “aver presentato un’interrogazione sul tema”.“Pochi giorni fa – spiegano gli esponenti Dem – le categorie hanno denunciato una situazione allarmante, relativa al notevole incremento dei casi di disagio mentale, pari al 30%, verificatosi con la pandemia. Basti pensare che nel 2022, nei soli ospedali trevigiani, ben 15.000 persone si sono rivolte ai servizi di psichiatria: più del doppio rispetto al 2020. Eppure, la carenza di personale sanitario nell’ambito della salute mentale si fa sempre più cronica e senza soluzione”.
Gli esponenti Dem riportano nell’interrogazione “le dichiarazioni del Direttore generale dell’Azienda ULSS 2, quando afferma che ‘non si trovano psichiatri, non ci sono proprio. Qui il discorso non riguarda la scelta del privato rispetto al pubblico. Le proiezioni ci dicono che il numero di specialisti disponibili aumenterà verso la fine del 2024. Stiamo vivendo una vera e propria emergenza per quanto riguarda i disagi di natura psichiatrica. L’emergenza Covid ha lasciato strascichi pesantissimi. E nei servizi impegnati su questo fronte si sta operando a ritmi in linea con quelli visti negli ospedali proprio durante la pandemia’”. “Questa grave carenza di personale nei servizi di psichiatria e psicologia delle AULSS trevigiane e venete va affrontata e risolta con tutto l’impegno, le risorse e con la massima urgenza – evidenziano Zanoni e Bigon – Non si possono abbandonare a loro stesse le tante persone che si rivolgono ai servizi sanitari pubblici chiedendo aiuto. Non bisogna dimenticare che in alcuni casi il disagio sociale sfocia in atti estremi, di violenza contro sé stessi o contro gli altri, per cui, a maggior ragione, la questione va affrontata mettendo in campo tutte le risorse disponibili”.