Sono iniziati, nell’Istituto penale per minorenni di Treviso, i lavori di ristrutturazione a seguito delle devastazioni compiute da alcuni detenuti il 12 e 13 aprile 2022, ma protesta la Polizia Penitenziaria che li ritiene limitati, approssimativi e non strutturali. Spiega Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Sono iniziati i lavori di ristrutturazione del carcere minorile dopo le violenze dello scorso aprile, ma pare di capire che i lavori di “ripristino” sono limitati ad una riparazione approssimativa dei gravi danni che ha subito la struttura. In particolare, venne gravemente danneggiato l’impianto antincendio, impianto che risulterebbe obsoleto e ormai fuori norma, ma l’unica cosa fatta sembra esser stata la sola sostituzione di alcuni sensori. Non solo: la sera del 12 aprile 2022, per evacuare il reparto devastato dalle fiamme, è stato necessario che i vigili del fuoco tagliassero tutte le sbarre inferiori del cancello d’ingresso. La scelta per il ripristino pare sia quella di una saldatura nella “speranza” che questa regga a eventuali ipotetici traumi futuri”. “Parliamo”, prosegue, “di un cancello (di soli 90 centimetri) che è l’unico sbarramento tra il reparto detentivo e varie aree sensibili quali l’infermeria, l’ufficio del comandante nonché le porte d’uscita dell’istituto, non cancelli o blindi ma semplici porte in vetro e alluminio. Ed anche l’idea di applicare delle mattonelle in ceramica nei bagni delle celle comprometterebbe la sicurezza del personale di Polizia Penitenziaria e degli stessi detenuti nel caso in cui qualcuna di esse dovesse staccarsi e frantumarsi o dovesse essere volontariamente, come più volte successo in altri istituti, essere staccata dai detenuti stessi”. Per il SAPPE del Triveneto, alle cui proteste si è associata anche una Sigla confederale che ha sottoscritto una nota unitaria, “questi lavori di “ripristino” comporteranno una certa compromissione della sicurezza dei ristretti e soprattutto di chi opera all’interno della struttura. L’istituto minorile di Treviso risulta avere già di per sé notevoli carenze strutturali ben note e ammesse dallo stesso Dipartimento per giustizia minorile e di Comunità, data la volontà di quest’ultimo di trasferire lo stesso presso una struttura più idonea individuata nell’ex casa circondariale di via verdi a Rovigo dove tra le altre cose pare che siano iniziati i lavori di ristrutturazione per poter al più presto sopperire le gravi difficoltà dell’istituto minorile trevigiano”.
Sostegno alle polemiche sindacali arriva anche da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “La priorità del Sappe è quello di assicurare che venga garantita salubrità e la sicurezza della struttura e dei posti di servizio del personale di Polizia Penitenziaria. Mi sembra che le censure espresse sui lavori in corso dimostrino che vi è da correggere, quanto prima, l’ordine dei lavori. Chiederemo dunque che i vertici nazionali e regionali del Dipartimento della Giustizia minorile e di Comunità verifichino e, se è il caso, ascoltino attentamente i Sindacati dei poliziotti affinché si possa tempestivamente intervenire, e per questo fin da ora il SAPPE chiede urgenti ed adeguati interventi”.