Ennesimo fatto violento all’interno delle carceri del Friuli-Venezia Giulia. Massimo Russo, delegato nazionale friulano del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, racconta quanto avvenuto nelle ultime ore nel penitenziario di via Spalato: “Tre aggressioni in tre giorni alla Casa Circondariale di Udine. Mercoledì, un detenuto ha aggredito un Ispettore Capo della Polizia penitenziaria alla Casa Circondariale di Udine; ricorso alle cure del locale Pronto Soccorso prognosi di 10 giorni. Giovedì un altro ristretto ha aggredito un Assistente Capo; ricorso alle cure del locale Pronto Soccorso prognosi di 2 giorni. Venerdì, infine, ennesimo episodio: un terzo detenuto ha aggredito un Vice Ispettore; ricorso alle cure del locale Pronto Soccorso prognosi di 20 giorni”. Russo evidenzia che “oggi, la struttura detentiva di via Spalato, a fronte di un organico di Polizia di 85 unità ha ristretti oltre 150 detenuti su una capienza regolamentare di 88 detenuti ed anche tale sovraffollamento unito alla carenza di organico (ad Udine sarebbero previste 105 unità di Polizia penitenziaria) creano e probabilmente continueranno a creare tali aggressioni al personale. Solo grazie al professionale intervento del personale di Polizia Penitenziaria si è dunque evitato il peggio”, commenta il segretario regionale SAPPE Giovanni Altomare. “La situazione è insostenibile: il SAPPE augura una pronta guarigione agli Agenti aggrediti e auspica in un celere intervento dell’Amministrazione sull’annosa questione delle violenze a danno del personale di Polizia Penitenziaria”.
Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà ai poliziotti feriti a Udine ed è impietoso nella sua denuncia: “Cambiano governi, Ministri della Giustizia e Capi del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ma non cambia l’indifferenza verso le violenze che quotidianamente subisce la Polizia Penitenziaria: aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. Ma sembra che a nessuno freghi nulla”. “Importante e urgente”, prosegue, “è invece prevedere un nuovo modello custodiale. È infatti grave che la recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria. Per Capece, “la Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l’incapacità di una Amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch’essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità”.