Donazzan, Soranzo e Pavanetto sono consiglieri regionali di FdI tutti ex alleanza nazionale e di chiare origini politiche di destra. Perché non prendono espressamente le distanze, quali esponenti veneti di destra come il laziale Marcello de Angelis, – dichiarano i parlamentari veneti Cappelletti e Guidolin del M5S – in merito alle dichiarazioni di quest’ultimo sulla strage di Bologna? De Angelis, ex estremista di destra, oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio sta tacendo informazioni certe che potrebbero essere note o ragionevolmente intuibili dai suoi simil-colleghi veneti oppure tacciono per imbarazzo politico?
Marcello de Angelis ha dichiarato in un suo post del 3 agosto che “Così come so per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e “cariche istituzionali”. Se lo sanno tutti, anche cariche istituzionali ebbene – proseguono Cappelletti e Guidolin – Donazzan, Soranzo e Pavanetto facciano dichiarazioni pubbliche prendendo le distanze o chiedano essi stessi le dimissioni di de Angelis quale gesto di estrema distanza o anche il Veneto potrebbe avere un’ombra di dubbio sulla propria trasparenza politica.
De Angelis ha negato la matrice neofascista della strage di Bologna, sostenendo l’innocenza di Fioravanti, Mambro e Ciarvardini. Sue scuse per riflessioni personali? Sembrano dichiarazioni chiare a mezzo social sulle quali sarebbe opportuno fare maggiore chiarezza. Zaia sproni la sua assessora Donazzan a rilasciare certezza di distanza da simile dichiarazione – insistono i parlamentari veneti dei 5 Stelle – o la serenità politico-istituzionale del Veneto non sarà tale. Non abbiamo dimenticato il canto di Faccetta Nera, dell’assessora regionale, al programma radiofonico della Zanzara e della quale avevamo chiesto le sue dimissioni nel 2021.
Si impedisca alla destra di stravolgere la storia, de Angelis venga ascoltato dalle autorità di competenza. Il Governo meloniano – concludono Cappelletti e Guidolin – non può tacere, non può essere nuovamente in vacanza.