VENEZIA : Competitività agricola, equo compenso, difesa delle eccellenze agroalimentari, Presidente Ciambetti: “Alla Ue le Regioni chiedono un impegno maggiore”
Si è svolta a Bruxelles la 24ª riunione della commissione NAT del Comitato europeo delle Regioni, nel corso della quale sono stati affrontati una serie di temi legati al rafforzamento della competitività agricola regionale della UE, sostenibilità, resilienza e commercio equo oltre che condizioni di lavoro eque in agricoltura. I pareri votati in Commissione verranno poi esaminati nell’ambito della sessione del Comitato delle Regioni in occasione della prossima sessione plenaria, prevista per fine novembre. “La situazione di crescente instabilità del commercio mondiale da un lato e crescenti minacce fitosanitarie dall’altro richiedono un approccio strategico diverso: alle regioni e agli enti locali dovrebbe essere conferito un ruolo più incisivo che garantirebbe contemporaneamente crescita del settore agricolo, stabilità economica e raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità previsti dalla UE. In particolare, sono necessarie misure capaci di migliorare la competitività degli agricoltori affinché siano messi nelle condizioni di contrastare la concorrenza sleale esercitata nei loro confronti da prodotti di qualità inferiore agli standard UE importati da paesi terzi e che stanno inondando i mercati europei. L’Unione Europea dovrebbe essere più orgogliosa dei suoi prodotti e delle sue eccellenze, che sono un vanto internazionale: questo però implica che gli agricoltori siano compensati in modo equo per i prodotti che offrono”, ha affermato il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, presente alla riunione in qualità di componente del Comitato delle Regioni. “Ai nostri agricoltori dev’essere garantito un equo accesso al mercato attraverso il rigoroso rispetto degli accordi commerciali internazionali e l’adozione di pratiche commerciali all’insegna della reciprocità. Condizioni di lavoro eque non significano solo rispetto di chi di agricoltura vive e lavora, oltre che base per il contrasto alle irregolarità, ma rappresentano anche una garanzia di qualità dei prodotti stessi”, ha proseguito Ciambetti. “A partire dal 2020, si stima che 8,7 milioni di persone siano impiegate in agricoltura. Tuttavia, se si considera l’intera forza lavoro non regolamentata, siamo di fronte a quote significativamente più grandi, arrivando circa 17 milioni di persone. Uno studio prospettico della Commissione europea indica che la forza lavoro agricola scenderà a 7,7 milioni nel 2030, con un calo annuo progressivo del 2 %: come Regioni chiediamo alla UE un impegno maggiore a difesa delle produzioni agricole, del lavoro e dei nostri agricoltori. In caso contrario la perdita non sarà solo economica e lavorativa, ma anche sociale e culturale”, ha concluso Ciambetti.