VENEZIA : Cristina Guarda (EV),“Blocco Brennero: Risoluzione votata lascia sole le imprese senza risolvere lo scontro”
“Serve costituire un piano logistico dei flussi commerciali in Europa, potenziando il trasporto su rotaia. Questo proponiamo noi Verdi, e lo facciamo consapevoli del fatto che in Veneto, e in Italia, non si investe nel trasporto ferroviario delle merci perché ritenuto, erroneamente, non conveniente e accessibile alle nostre imprese. Limitarsi a protestare contro chi, in Austria, da decenni sta dicendo all’Italia che dobbiamo coordinare il trasporto ferroviario tra i due Paesi, è dimostrare di essere privi di una visione a lungo termine e causa un danno allo sviluppo economico”.
Con queste parole, la consigliera regionale Cristina Guarda (EV) commenta “l’approvazione, da parte del Consiglio regionale del Veneto, della Risoluzione relativa al blocco del Brennero da parte delle autorità austriache”. “In Austria – spiega la consigliera – il Governo si pone degli interrogativi intorno agli effetti del flusso di mezzi pesanti sulla qualità dell’aria e sulla salute dei cittadini. Alle limitazioni del numero di mezzi in circolazione è corrisposto un potenziamento della rete ferroviaria, favorendo un trasporto molto più sostenibile. Ogni anno il Brennero viene attraversato da 2,5 milioni di autoveicoli, circa 9.000 nei giorni lavorativi. Quale amministratore non si porrebbe degli interrogativi rispetto a numeri così impressionati e le conseguenze sanitarie per i propri cittadini?”. “Noi di Europa Verde – puntualizza Guarda – abbiamo proposto di non restare con le mani in mano, semplicemente lamentando il contingentamento del numero dei camion in circolazione da parte dell’Austria. La nostra proposta di emendamento, bocciato dalla maggioranza, prevedeva di costituire, in sinergia con la Commissione europea, un piano logistico dei flussi commerciali. La transizione ecologica può offrire grosse opportunità al nostro tessuto economico, ma finché chi amministra si limita a soluzioni tampone, senza affrontare seriamente la questione del trasporto sostenibile, le nostre aziende rischiano di perdere terreno rispetto a quelle degli altri Paesi europei”.