VENEZIA: ENNESIMA SERATA DI FOLLIA NEL CARCERE DI MARIA MAGGIORE. DETENUTI DISTRUGGONO ARREDI E UFFICI
Dopo quella vissuta ieri nel carcere friulano di Gorizia, torna al centro delle cronache il Triveneto penitenziario dopo l’ennesima serata di follia e violenza, vissuta nella notte nella struttura di Santa Maria Maggiore a Venezia. A dare la notizia è Giovanni Vona, segretario per il Triveneto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Sono stati momenti di grande tensione, posta in essere da soggetti particolarmente aggressivi, di nazionalità straniera. Questa notte quattro detenuti hanno devastato la rotonda, l’ufficio della sorveglianza generale, distrutti computer, registri scrivanie, disordini nella Sezione ove ristretti, hanno incendiato lenzuola e giornali, tant’è che, per il fumo, è stato necessario evacuare i detenuti al passeggio. Chiamati in soccorso da casa colleghi fuori servizio. Solamente dopo una faticosa opera di mediazione, la protesta è rientrata questa mattina verso le 8. I detenuti magrebini protestavano per essere trasferiti”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, denuncia che “la situazione al carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia è allarmante anche perché anche nelle scorse settimane altri agenti nel Triveneto penitenziario hanno subito aggressioni da parte della popolazione detenuta e ieri a Gorizia si son o vissuti altrettante ore di violenze e terrore. Assurdo! Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi oramai all’ordine del giorno. Stiamo vivendo un’estate di fuoco nelle carceri e servono immediatamente provvedimenti concreti e risolutivi: espulsioni detenuti stranieri, invio tossicodipendenti in Comunità di recupero e psichiatrici nelle Rems o strutture analoghe. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Fino a quando potrà reggere questa situazione?”.
“Non è più rinviabile”, conclude il leader del SAPPE, che per questo si appella alle Autorità istituzionali e politiche, “dotare al più presto anche la Polizia Penitenziaria del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.