VENEZIA : ERIKA BALDIN “Interrogo la Giunta veneta affinché solleciti il Ministero ad approvarne lo statuto e a renderne effettivo l’avvio; preoccupazione per futuro del personale qualificato e opere compensative Mose”
“Sono trascorsi oltre quattro anni dall’istituzione dell’Autorità per la Laguna di Venezia con il Decreto-legge n. 104/2020 che non è ancora diventata operativa. L’attività dell’ente che dovrebbe gestire il Mose, occuparsi della salvaguardia delle città e del mantenimento del regime idraulico, fatica a partire: a oggi è solo un involucro, visto che non sono ancora stati costituiti gli organi interni né esiste uno statuto. Le motivazioni sono da ricercarsi nelle lungaggini burocratiche che, come sempre in questo Paese, frenano qualsiasi buona volontà. Nella fattispecie, proprio lo statuto necessita dell’ultima approvazione ministeriale, oltre a quelle del Comune di Venezia e della Regione. Quest’ultima viene ora da me chiamata in causa attraverso la presentazione di un atto di sindacato ispettivo”. Sono le parole della capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto Erika Baldin che spiega: “Interrogherò la giunta Zaia per sollecitarla a intervenire con l’esecutivo centrale, e per chiarire chi lo scorso ottobre ne abbia materialmente visionato lo statuto in suo nome. Questo perché l’Autorità, pur sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del Ministero delle Infrastrutture, copre non solo le funzioni già attribuite al Provveditorato per le opere pubbliche (ex Magistrato alle Acque), ma anche quelle definite dalla Legge Speciale per Venezia. La quale prevede specifiche competenze in capo alla Regione del Veneto in materia di disinquinamento, sistema portuale e opere marittime. Inoltre, lo scorso 17 settembre quest’ultima ha nominato nel dottor Luca Marchesi il suo rappresentante nel Comitato di gestione dell’Autorità. La mia preoccupazione riguarda soprattutto il personale che dovrebbe entrare in servizio, il cui futuro è ancora incerto: non vi è infatti alcun automatismo nell’inquadramento delle circa duecento lavoratrici e dei lavoratori mutuati dal Consorzio Venezia Nuova, da Thetis e da Comar. Esattamente un anno fa questo aspetto era già chiaro, eppure nessuno tra Roma e Venezia si è curato di rassicurarli. Questo genera un’intollerabile incertezza in persone di alta professionalità ed esperienza, che non possono essere ulteriormente esposte ai venti dell’inazione, dei ritardi ingiustificati, degli “scaricabarile”. Così come è necessario che l’Autorità per la Laguna diventi subito operativa al fine di completare le opere compensative del Mose, il protocollo dei fanghi e tutte le loro ricadute ambientali, idrogeologiche, urbanistiche”.
“Il percorso della nuova struttura, peraltro, è stato fin qui accidentato: quattro anni per essere ancora alla casella zero sono davvero tanti – conclude Baldin – e uno di questi è stato speso per accertare le competenze del presidente designato, Roberto Rossetto. La cui nomina di matrice governativa, gradita al sindaco metropolitano e allo stesso presidente Luca Zaia, ha impiegato quasi tre mesi per diventare esecutiva. Lo scorso marzo, Rossetto prometteva la piena operatività per fine anno: bene, ora a dicembre siamo arrivati e non vi è ancora traccia di un qualche progresso. La speranza è che questa nuova istituzione, nata evidentemente senza i migliori auspici, nonostante ogni tuttora legittimo scetticismo possa spiccare immediatamente il volo, con tutte le risorse umane ed economiche necessarie alle sue funzioni, per il bene di Venezia e della laguna”.