Primo confronto istituzionale, a palazzo Ferro Fini, tra il Consiglio regionale del Veneto e il Consiglio delle autonomie locali. I componenti del ‘parlamentino’ degli enti locali, previsto dalla riforma del titolo V della Costituzione e dal nuovo Statuto regionale del 2012, istituito con legge regionale nel 2017 e operativo da fine 2019, hanno presentato ai consiglieri regionali attività, problematiche e prospettive di lavoro del nuovo organo di rappresentanza e di consultazione che interviene ormai stabilmente nel processo istruttorio delle leggi e dei provvedimenti della Regione del Veneto. Un momento inedito, quindi, nella storia ormai quadriennale del Consiglio veneto delle autonomie locali e in quella dell’assemblea legislativa regionale. Costituito da 24 rappresentanti di Comuni, Province, Unità montane, Unione delle Province venete e Associazioni dei Comuni – 10 componenti di diritto (presidenti di Provincia, sindaco della città metropolitana di Venezia e rappresentanti di Anci, Uncem e Anpici) e 14 sindaci di nomina elettiva, due per provincia – il Cal ha funzioni di natura consultiva, concertativa e propositiva. Nei quattro anni di attività il Consiglio si è riunito 47 volte, di preferenza in via telematica, ha reso alle commissioni consiliari e alla Giunta 96 pareri (di cui 16 nelle 6 sedute dei primi tre mesi del 2023). “Il Consiglio delle autonomie locali ha valore costituzionale. Non siamo una rappresentanza politica, ma di enti territoriali. Siamo una struttura paritaria, in cui Regione ed enti locali operano congiuntamente, per migliorare la qualità legislativa e interpretare al meglio la molteplicità di istanze che si sviluppano nella società, con particolare riguardo alle ricadute di leggi e provvedimenti sui diversi livelli amministrativi del Veneto”, ha spiegato il presidente del Cal Stefano Lain, sindaco di Grisignano di Zocco (Vi), 54 anni, secondo presidente nella storia del Cal veneto, subentrato a Fabio Bui, già sindaco di Loreggia e presidente della Provincia di Padova. “L’autonomia locale è una componente imprescindibile dell’autonomia regionale – ha precisato Lain – La rappresentanza del nostro territorio e delle sue istanze, necessità e bisogni, dà maggior valore alla Regione”. Oltre ai pareri obbligatori e non vincolanti, resi nella fase istruttoria dei progetti di legge, il Cal svolge anche una attività concertativa, esprimendosi su disegni e progetti di legge che prevedono il conferimento di competenze a funzioni agli enti locali. Al tempo stesso l’organo ha anche un ruolo propositivo nei confronti del legislatore e del governo regionale, con la presentazione di osservazioni e proposte. Il Cal del Veneto ha inoltre avviato un rapporto di collaborazione con la Corte dei Conti regionali: fa da filtro e interfaccia tra amministrazioni e magistratura contabile per la formulazione di istanze e quesiti e la pubblicazione dei chiarimenti espressi dalla Corte in materia di normativa di contabilità pubblica. “Chiediamo ai consiglieri regionali – ha sottolineato Lain – di aiutarci a svolgere al meglio il nostro ruolo consultivo, che svolgiamo in modo indipendente e in pieno spirito di volontariato”. “Questo primo incontro – ha detto Ciambetti – ha appunto l’obiettivo di- consolidare un rapporto proficuo di interscambio, collaborazione e progettazione, per il miglior funzionamento delle istituzioni regionali e locali e nell’interesse quindi dei veneti”, ha replicato il presidente del Consiglio veneto Roberto Ciambetti. Anche i consiglieri regionali – Silvia Cestaro (Lega-lv) e Annamaria Bigon (Pd), entrambe rappresentanti dell’assemblea regionale nel Cal, e Giuseppe Pan (Lega-Lv) – hanno evidenziato a più voci il ruolo di ‘anello di collegamento’ e di ‘luogo di confronto’ che il ‘parlamentino’ delle autonomie locali riveste nei confronti dell’istituzione regionale. Vanessa Camani, vicecapogruppo del Pd, ha sollecitato il Cal a “recuperare spazio politico”: “Molti progetti di legge impattano direttamente sui Comuni, e solo chi ha una conoscenza specifica del territorio può aiutare i legislatori regionali a produrre leggi utili, applicabili scritte in modo chiaro e comprensibile”. “È sempre meglio intervenire in fase di costruzione di un progetto di legge che correggere dopo – ha testimoniato il capogruppo di Fratelli d’Italia Enoch Soranzo – per questo il confronto diretto con il Cal è necessario, utile e imprescindibile e la prospettiva di lavoro dev’’essere quella della massima collaborazione tra legislatori regionali e amministratori locali”. Corale la richiesta di dialogo e di collaborazione espressa anche dai componenti del Cal. Graziano Azzalin, in rappresentanza della Provincia di Rovigo, ha messo l’accento sul valore del coinvolgimento del territorio, anche come antidoto al rischio di neocentralismo regionale. Franco Maria Cristina, già sindaco di Costabissara, ha sottolineato il valore ‘del fare rete’ e di ‘formazione’ che la rappresentanza nel Cal conferisce al lavoro dell’amministratore locale. Maria Rosa Pavanello, vicepresidente Anci, ha lanciato un appello a supportare i Comuni in questa fase di nuova progettazione, grazie al Pnrr e la programmazione europea: “ora sono in arrivo nuove norme, come l’istituzione e la disciplina degli Ambiti territoriali sociali, ma gli amministratori locali che da anni mettono volontà impegno e passione per affrontare ogni emergenza, ora si ritrovano spesso senza risorse umane per gestire queste grandi novità”. Andrea Cereser, sindaco a fine mandato di San Donà di Piave, ha messo l’accento sull’utilità del lavoro di squadra tra Regione ed enti locali per rendere più competitivo il territorio. Infine, Leonardo Raito, sindaco di Polesella, ha invitato il Consiglio a far proprio il suggerimento del Cal di rivedere la disciplina del referendum confermativo per i processi di unificazione e riordino territoriale dei Comuni. “Piccole amministrazioni poco strutturate non possono reggere le sfide della modernità”, ha ricordato, auspicando che la riduzione del quorum per la validità del referendum possa diventare realtà entro il prossimo autunno.