I finanzieri del Comando Provinciale scaligero alle prime ore del giorno hanno eseguito,
su mandato della locale Autorità Giudiziaria, una misura di custodia cautelare in carcere nei
confronti di un uomo, 37 anni, della provincia veronese, accusato di aver esercitato
abusivamente l’attività finanziaria e di aver raggirato numerosi clienti dei quali ha “raccolto”
i risparmi per oltre 2 milioni di euro.
Lo stesso è indagato per i reati di abusivismo finanziario e autoriciclaggio; al medesimo
sono, inoltre, contestate numerose truffe in danno di decine di investitori.
Con lui risultano anche indagati, seppur a piede libero, la compagna (per riciclaggio) e un
suo ex collaboratore, in concorso, per alcuni dei suddetti episodi di truffa.
Le indagini, condotte in sinergia dai finanzieri di Verona e Legnago, sono partite a seguito
di denunce-querele, una trentina circa, sporte da altrettante persone che avevano lamentato
di essere state truffate dal “proprio” promotore finanziario, il quale aveva proposto
investimenti con bassi margini di rischio, quasi sempre «garantiti» da forme assicurative e,
soprattutto, caratterizzati da elevati rendimenti.
Le investigazioni hanno evidenziato che l’uomo, in concreto, aveva approfittato della
fiducia che molti dei malcapitati risparmiatori riponevano nella compagnia di assicurazioni a
cui avevano in passato affidato i loro risparmi e presso la quale l’odierno arrestato aveva
lavorato sino al 2016, prima di “mettersi in proprio”.
Il “falso” broker era così riuscito ad ottenere fraudolentemente cospicue somme di denaro,
in un caso anche superiori a 600 mila euro, che si era fatto bonificare su conti correnti italiani
o esteri o, ancora, direttamente su conti intestati alla propria compagna.
Le somme così raccolte erano spesso investite in operazioni del tutto aleatorie, come
quelle in criptovalute. Allo scadere del contratto, però, allorquando gli stessi investitori
chiedevano di rientrare in possesso del capitale investito, l’abusivo promotore, accampando
scuse pretestuose e mandando loro l’attestazione di bonifici in realtà mai effettuati, faceva
perdere le proprie tracce.
I finanzieri hanno infatti accertato che i poveri clienti, in realtà, non risultavano aver
operato gli investimenti “sicuri e garantiti” loro paventati. Il più delle volte le società indicate
sui contratti fatti sottoscrivere ai risparmiatori hanno dichiarato di non aver avuto alcun
rapporto con l’abusivo promotore finanziario. In altri casi le Fiamme Gialle hanno scoperto
che la copia dei bonifici esibita da quest’ultimo ai suoi clienti era in realtà contraffatta e le
polizze stipulate a garanzia erano false.
Il lavoro certosino delle Fiamme Gialle ha permesso di quantificare l’ammontare dei
capitali abusivamente raccolti dal «falso» promotore nel periodo 2017/2020 in complessivi
2.047.682 euro, per i quali l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo dei beni
dell’indagato per un corrispondente valore.
È in corso di esecuzione anche un sequestro preventivo per oltre 235 mila euro nei
confronti della compagna dell’uomo che dovrà rispondere di riciclaggio.