VICENZA: COMPENSI “IN NERO” PER OLTRE 430.000 EURO. SCOPERTO E DENUNCIATO DALLA GUARDIA DI FINANZA UN PROFESSIONISTA DI VICENZA
L’attività ispettiva condotta dai militari della Compagnia di Arzignano, anche mediante approfondite indagini finanziarie sui conti correnti del professionista (un avvocato), ha permesso di individuare numerose operazioni di accredito, come bonifici o versamenti di contanti e assegni, per le quali non è stata fornita alcuna giustificazione, come fatture o documenti o atti utili a delineare la natura dell’operazione. Le movimentazioni finanziarie sono state quindi ritenute inerenti a prestazioni poste in essere dal professionista e non dichiarate. La ricostruzione di un volume d’affari conseguito dall’avvocato maggiore rispetto a quanto dichiarato, ha comportato anche l’esclusione, a partire dal 2021, dal regime forfettario, una tipologia di tassazione agevolata destinata alle persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni che permette di fruire di alcune semplificazioni fiscali e contabili.
Ciò è dovuto non solo al fatto che il professionista, per l’anno precedente aveva ricevuto compensi per 180.026 euro, ammontare nettamente superiore al limite dei 65.000 euro, soglia vigente fino al 2023 per poter beneficiare del citato regime agevolato, ma era inoltre socio di maggioranza e amministratore di una società a responsabilità limitata esercente l’attività degli studi legali e che offre tra i propri servizi anche la gestione di pratiche per la procedura di c.d. “sovraindebitamento”.
Infatti l’applicazione del regime forfettario è compatibile con l’essere socio di una SRL soltanto a determinate condizioni. Se si detengono partecipazioni di controllo in una SRL, quest’ultima deve esercitare attività estranee a quelle svolte dalla partita Iva in regime forfettario.
Decadendo dal regime agevolato, il professionista era dunque obbligato a presentare le previste dichiarazioni fiscali, omissione che gli avrebbe permesso di evadere, per l’anno 2021, un’IVA dovuta di 57.507 euro, ma che ha anche fatto scattare la denuncia penale per la violazione della normativa tributaria.
L’attività svolta si inquadra nella più ampia azione condotta dalla Guardia di Finanza a contrasto dell’evasione fiscale, che costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli.