ROMA : Incontro all’Upi, sul tavolo il tema delle Province montane.Roberto Padrin «Servono certezze per quanto riguarda le risorse».
«A dieci anni esatti dall’introduzione della legge Delrio possiamo dire che la riforma ha fallito nei suoi intenti. Che le Province non sono inutili: servono come enti di coordinamento e strumenti di governo dei territori, ed eliminarle non è a costo zero per i cittadini. In estrema sintesi, possiamo dire che per dare un futuro alle Province serve un elemento basilare: la certezza delle risorse, quanto meno per le funzioni fondamentali». È quanto afferma il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, a margine di un incontro a Roma all’Upi (Unione Province d’Italia) con il direttore Piero Antonelli. Sul tavolo, la situazione delle Province interamente montane e la sopravvivenza dei servizi d’area vasta nei territori di montagna.
La Provincia di Belluno infatti tiene sempre monitorati i dati dello spopolamento e recentemente ha preparato un dossier (consegnato al ministro Tajani a inizio dicembre) in cui sono considerati anche i numeri della perdita dei servizi nelle aree montane, e vengono proposte alcune possibili soluzioni, a partire da un rafforzamento del ruolo dell’ente quale casa dei servizi per i Comuni.
«Ogni considerazione ha alla base un presupposto imprescindibile: la certezza di un perimetro economico all’interno del quale potersi muovere. Oggi questo perimetro è sempre meno definito, anche per quanto riguarda le funzioni fondamentali» sottolinea il presidente Padrin, che con il direttore Upi Piero Antonelli ha parlato proprio dei tagli registrati da tutte le Province d’Italia negli ultimi anni. «Solo per citare un caso noto per quanto riguarda Belluno, dal 2014 a oggi abbiamo subito l’azzeramento dei trasferimenti statali in materia di viabilità. Trasferimenti che fino al 2011 valevano 15 milioni di euro l’anno. Da qualche anno poi dobbiamo fare i conti con il prelievo forzoso, che significa dover rinunciare a risorse importanti: nel 2024 i trasferimenti statali in entrata sarebbero di 33,8 milioni, ma solo teoricamente perché la Provincia deve “restituire” allo Stato circa 31,7 milioni come contributo alla finanza pubblica. È chiaro che in queste condizioni la possibilità di manovra è fortemente ridotta. E per la montagna è un disastro, dato che servirebbe un rafforzamento dei servizi non certo una riduzione. Con Upi stiamo spingendo da tempo perché le Province, specie quelle interamente montane, abbiano certezze sulle entrate che oggi sono soggette al variare dei trasferimenti statali e alle fluttuazioni del mercato dell’auto, dato che sostanzialmente sono Ipt (iscrizione al pubblico registro automobilistico) e Rc auto. Ringrazio il direttore Antonelli per il suo impegno fattivo sul tema: senza certezze, le Province rischiano di non dare le risposte che i cittadini e i territori chiedono».