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ROVIGO: Incontro della Giunta a Sarzano con forti proteste dei cittadini

Si è svolto a Sarzano un incontro della Giunta comunale, fortemente richiesto dai cittadini, preoccupati della notizia appresa dai giornali che la Regione, a seguito di un accordo concordato fra Comune di Rovigo e la ditta Apis RO1, ha approvato l’insediamento di un impianto per la produzione di biometano alimentato da biomasse vegetali, sotto-prodotti agro-industriali e reflui zootecnici, dell’azienda stessa a Sarzano. L’incontro è stato molto partecipato ed ha visto la sindaca Cittadin affermare che la decisione è stata presa da una commissione tecnica regionale, che il comune non aveva possibilità di opporsi e che l’impianto non presenta impatti ambientali. Le sue dichiarazioni sono state molto contrastate dai residenti presenti, a tratti con rumorosi momenti di contestazione e contrapposizione verbale. E’ stato segnalato da diversi interventi che il Comune deve difendere gli interessi e il benessere di cittadini. Vanni Destro della Rete di Comitati ha ricordato come diversi sindaci, in primis la sindaca di Trecenta e quello di Cavarzere, abbiano prima incontrato i cittadini e poi si siano nettamente contrapposti ed abbiano rifiutato l’insediamento di impianti analoghi, mentre nel caso di Sarzano la sindaca Cittadin abbia raggiunto un accordo determinante per l’approvazione e solo dopo l’autorizzazione regionale si sia presentata ai cittadini della frazione.  I cittadini hanno anche sollevato gli impatti che ci potrebbero essere a seguito dell’impianto, il traffico che attraverserebbe la frazione, con effetti significativi sulla sicurezza stradale, sulla qualità dell’aria e sulla vita dei residenti. Il passaggio obbligato sul Ponte dei Munari, oggi inagibile al traffico pesante, che in base all’accordo sarà semplicemente “risanato” (e non ricostruito) per permettere ai mezzi pesanti di passarci sopra. Ma in base all’accordo le future manutenzioni saranno a carico dei cittadini di Rovigo.

Altri problemi di impatto segnalati dai cittadini sono gli odori nauseabondi e la diffusione di insetti, provocando la svalutazione del valore delle case private nell’intera frazione. Molto significativo l’intervento di un agricoltore Massimo Tovo, residente e con una azienda agricola attiva nelle immediate vicinanze del sito dove potrebbe svilupparsi l’impianto, che ha sollevato preoccupazioni sui rischi di sversamenti sul canale Commissaria, utilizzato per l’irrigazione. Il sig. Tovo ha segnalato che l’impianto sarà costruito in un’area agricola a poca distanza dalla sua azienda biologica che coltiva aglio bianco polesano DOP, eccellenza del nostro territorio. Questo insediamento rappresenta un danno certo all’agricoltura del territorio, compromettendo il valore delle produzioni agricole locali e il valore economico dei terreni agricoli. La sindaca Cittadin ha infine dichiarato che la Regione Veneto intende dislocare altri impianti di biometano proprio in Polesine e nella bassa veronese. Questo renderebbe la nostra zona destinataria di ulteriori insediamenti di impianti di biometano, giustificando con le esigenze energetiche nazionali l’abbandono della tutela dei cittadini e del nostro territorio, che dovrebbe essere invece la priorità dell’Amministrazione comunale. E’ stato più volte ricordato che tali impianti vengono contrastati dai cittadini perché non trasformano sottoprodotti o liquami presenti in zona, ma l’impianto sarebbe rifornito da conferimenti provenienti da lontano che spostano liquami e residui agricoli con un continuo e lungo andirivieni di camion, contrastando con la sostenibilità economica e ambientale. E’ intervenuto anche l’ex sindaco Gaffeo, residente di Sarzano, che sollecitato dalle dichiarazioni di Cittadin ha ricordato come l’operato della sua giunta non abbia avuto parte a queste scelte. La frazione di Sarzano non si rassegna ad una decisione presa sopra la propria testa e che poteva essere negata ed è emersa la possibilità e necessità di organizzare un ricorso contro questa decisione.

È possibile firmare una petizione su change.org per fermare quello che rappresenta l’ennesimo abuso contro il Polesine.

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