VENEZIA :Vongole morte a causa del cambiamento climatico e della mucillagine Manifestazione a Venezia con i pescherecci per il 08/11/2024
Nei giorni scorsi si è svolta in Mestre Venezia una riunione fra i massimi dirigenti del settore della pesca delle vongole di mare “Chamelea gallina” della regione veneto, alla presenza dei responsabili regionali delle Associazioni di categoria: Lega Pesca, Federcoopesca, Agci Agrital e Coldiretti. Nel corso della predetta riunione sono emerse molte perplessità e l’assoluta convinzione da parte dei dirigenti/pescatori di coinvolgere l’opinione pubblica circa la grave situazione di crisi che sta attraversando il settore della pesca dei molluschi bivalvi nella Regione Veneto. La nota moria di vongole di mare della specie “Chamelea gallina” iniziata nel corso dell’estate 2024 ha messo in crisi un intero settore economico. Dopo aver osservato un prolungato periodo di fermo biologico, con turnazioni dei pescherecci e limitato prelievo nell’attività di pesca al 50%, i risultati dei monitoraggi condotti in collaborazione con l’Istituto di ricerca Agriteco hanno potuto appurare che ampie aree, dislocate nei compartimenti marittimi di Venezia e di Chioggia, sono risultate sterili.
I recenti risultati scientifici elaborati, dopo un’attenta azione di monitoraggio nel litorale compreso tra il fiume Tagliamento ed il fiume Po, hanno evidenziato una situazione fortemente allarmante della risorsa in termini qualitativi e quantitativi, a causa di un’imprevista ed improvvisa diffusa moria che ha distrutto interi banchi di molluschi bivalvi della specie vongola Chamelea gallina. Una moria che ha coinvolto tutti i banchi naturali della Regione Veneto dal Fiume Tagliamento al Delta del Po con percentuali che, in moltissime aree, arrivano al 100%.
Le cause sono ancora al vaglio da parte dei biologi degli enti di ricerca incaricati, ma le alte temperature estive, l’abbondante portata di acqua dolce, il fenomeno delle mucillagini e per finire la presenza del granchio blu, anche se forse non possono essere annoverate fra le cause principali, sicuramente hanno contribuito al loro acuirsi. Un fenomeno che si è manifestato marginalmente in tarda primavera e che si è concretizzato pienamente durante la stagione estiva 2024.
Il primo fenomeno avverso è inquadrato nell’anomalo evento alluvionale che ha caratterizzato l’inizio del mese di maggio 2024, il quale ha innescato una serie di eventi che, agevolati dall’innalzamento delle temperature medie delle acque marine a causa dei noti cambiamenti climatici (+1,5°C di media negli ultimi 40 anni), hanno portato allo sviluppo del fenomeno della mucillagine, generatosi nelle acque dell’Alto Adriatico dopo un lungo periodo di assenza. Nel Nord Adriatico l’inizio dell’estate 2024 è stato rappresentato dal ritorno del fenomeno della mucillagine in quantitativi significativi, che hanno creato problematiche diffuse ai diversi settori che traggono la propria economica dalle attività in mare.
Il problema non termina quando si esaurisce il fenomeno visivo, in quanto la fase successiva è la deposizione sugli strati inferiori della colonna d’acqua, con conseguente generazione, in coabitazione con lo scarso ricambio di ossigeno per mancato rimescolamento delle acque a causa di sbalzi di temperatura, di fenomeni di anossia che si ripercuotono sui banchi naturali di molluschi bivalvi. Strati mucillaginosi molto compatti ed estesi verticalmente compromettono il ricambio gassoso e impediscono la sedimentazione del seston, ovvero del plancton e delle particelle che possono avere valore alimentare; una copertura omogenea rende inefficaci i tentativi di allontanamento anche per le specie dotate di ampia motilità; la persistenza del fenomeno comporta l’esaurimento delle riserve degli individui e il consumo dell’ossigeno disciolto al di sotto degli strati di mucillagine. È noto che questo fenomeno non si propone a periodi regolari, ma a seguito della presentazione contemporanea di determinati elementi e nel 2024 il fenomeno si è presentato accentuato, come non accadeva da diversi anni.
Con il proseguire dell’estate si sono riscontrati ulteriori fenomeni di moria la cui causa è ascrivibile all’elevata temperatura misurata nella colonna d’acqua sul fondo (anche maggiore di 28 °C) che compromette la sopravvivenza dei molluschi bivalvi che vivono sui fondali marini, riscontrando in molti areali di pesca di perdita di molluschi bivalvi con morie rilevate nella misura del 90-100%. Il combinato disposto dei due fenomeni, che quest’anno ha interessato anche i banchi naturali dei fasolari, posti a profondità di oltre 18 metri, ha messo in ginocchio un sistema economico che aveva appena rialzato la testa, riattivando importanti areali della fascia costiera di vongole di mare, anche con l’importante sostegno della Regione Veneto e di Veneto Agricoltura. Tale progettualità condotta negli ultimi tre anni ha previsto una serie di attività di ricomposizione ambientale con ossigenazione dei fondali, risemina e spostamenti di prodotto con azioni di restoking anche con l’acquisto di riproduttori provenienti da altre marinerie dell’Adriatico. Questa iniziativa ha permesso, infatti, di recuperare con grande successo i banchi naturali di Chamelea gallina. Mai come nel 2024 avevamo riscontrato una così elevata presenza di esemplari e riproduttori con importanti densità grammi/mq sia di taglia commerciale che sub-commerciale.
Al fine di non compromettere e non depauperare la poca risorsa rimasta, i consorzi di gestione del Veneto, COGEVO di Venezia e COGEVO Chioggia, consorzi di gestione, valorizzazione, salvaguardia e tutela della risorsa in questione, hanno deliberato, precauzionalmente, di sospendere e vietare l’attività di pesca delle vongole della specie Chamelea gallina in tutto il litorale Veneto proponendo alle rispettive Capitaneria di Porto, Venezia e Chioggia, competenti per territorio, di emettere un adeguato provvedimento amministrativo. Proposta che è stata favorevolmente accolta, vista la gravità della situazione, con l’emissione di relative ordinanze di divieto di pesca dal 1° ottobre 2024 fino a revoca.
Un’intera economia e tutto l’indotto sono al collasso. Quella che fino a qualche anno fa era il punto di riferimento di parecchie categorie economiche oggi si trova in grande difficoltà, vista la previsione di un arresto dell’attività di pesca dai 6 ai 12 mesi. Per questi motivi, manifestando l’assoluta preoccupazione rispetto alla situazione venutasi a creare, i pescatori hanno dichiarato lo stato di agitazione e mobilitazione della categoria nella tutela dei propri diritti. Gli stessi chiedono agli Enti competenti di attivare misure urgenti per uscire da questa situazione. A tale scopo si è ritenuto opportuno organizzare, nel pieno rispetto della legge, per la giornata di venerdì 8 novembre 2024 fino ad oltranza una manifestazione a Venezia con i motopescherecci con ritrovo davanti alla Capitaneria di Porto di Venezia presso la sede delle Zattere.