La società nazionale metterà i soldi, la programmazione degli interventi resta in capo alla Provincia . «Finalmente vediamo la soluzione di un problema che ha tenuto ingessato il bilancio provinciale negli ultimi tre anni». Così il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin in merito all’accordo con Regione e Anas per la gestione della viabilità cosiddetta “di rientro”. A fine anno, infatti, è stato approvato lo schema di convenzione per la gestione unitaria della rete stradale, compresa quella oggetto di riclassificazione.
LA CONVENZIONE
Lo schema di convenzione è il primo tassello della cosiddetta “riclassificazione delle strade” e interviene a normare la gestione della viabilità che da regionale e provinciale torna sotto la proprietà di Anas. Di fatto, prevede che Anas trasferisca alla Regione e alla Provincia di Belluno le risorse individuate come necessarie alla manutenzione e al finanziamento delle opere, come da programmazione. Una volta assicurata la copertura finanziaria, gli interventi saranno realizzati da Regione e Provincia attraverso Veneto Strade. «In questo modo non solo non verrà meno la continuità di gestione assicurata in questi anni da Veneto Strade, ma rimane in capo alla Provincia l’aspetto strategico di pianificazione degli interventi e delle opere di manutenzione» commenta il presidente della Provincia, Roberto Padrin. «È uno degli aspetti chiave dell’autonomia praticata dai territori. Ringrazio la struttura regionale e la vicepresidente Elisa De Berti per aver portato avanti con convinzione questo aspetto. Per la Provincia di Belluno è un passo importante, perché libera il bilancio provinciale da risorse che potremo riversare sul territorio, a beneficio delle comunità locali».
La Provincia infatti ha tra le competenze fondamentali quella della gestione della viabilità. Oltre 700 chilometri affidati alle cure di Veneto Strade a fronte di una convenzione piuttosto onerosa, che era coperta fino al 2014 da trasferimenti statali. «Si trattava di 15 milioni di euro l’anno, che sono stati progressivamente tagliati, fino all’azzeramento completo» spiega il presidente Padrin. «Negli ultimi dieci anni abbiamo dovuto rinunciare a circa 140 milioni, pur continuando a occuparci della rete stradale, molta parte della quale è costituita da viabilità di montagna. Questo ovviamente ha costretto l’ente a dover reperire risorse, anche togliendole ad altre esigenze provinciali. E il problema è stato piuttosto complesso soprattutto negli ultimi tre anni. Ora, a seguito della convenzione, risolviamo il tema della manutenzione. Nelle prossime settimane avremo contezza della quantificazione economica dell’accordo con Anas, ma fin d’ora sappiamo che potremo sbloccare risorse per il territorio».
LE STRADE DA RICLASSIFICARE
La riclassificazione delle strade che tornano all’Anas riguarda circa 300 chilometri di viabilità oggi provinciale e regionale del territorio bellunese. Tratti della 48 delle Dolomiti e della 48 bis; la 203 Agordina, compresa la variante di Agordo; una cinquantina di chilometri della Sp251 della Val di Zoldo (nel tratto da Longarone all’innesto con la 203); il Passo San Pellegrino; un tratto della 347 e alcuni tratti della Feltrina (compresa la variante di Anzù); pezzi extraurbani della Sp1 della Sinistra Piave, la variante Lentiai-Bardies e la variante del Col Cavalier.