«Nonostante sia stata per mesi al centro delle polemiche, la pista da bob a Cortina si farà. Il Cio, tramite il presidente Thomas Bach, ha dato l’ok finale all’opera. A questo punto, trasformiamo l’energia di negatività e contrarietà in una occasione per spingere al massimo sulla sostenibilità: ambientale, economica e sociale». Così il presidente della Provincia di Belluno rispetto alla riqualificazione della pista “Eugenio Monti” di Cortina, per la quale è arrivato venerdì scorso anche il “sì” del presidente del Cio.
L’impianto ospiterà le gare di bob, skeleton e slittino delle Olimpiadi invernali 2026. «Senza queste discipline, peraltro previste nel masterplan olimpico, Cortina avrebbe solo alcune gare di sci alpino femminile e il curling, come ha ricordato anche il presidente del Coni Malagò. Ma il punto vero è un altro: visto che la pista si farà, abbiamo il dovere di fare in modo che sia sostenibile, e che Cortina diventi il riferimento europeo per gli sport del ghiaccio. La Provincia lavorerà per questo obiettivo, consapevole che la decisione finale di realizzare l’opera non è stata facile, soprattutto in un momento storico in cui l’aumento dei costi in tutti i settori economici rende obbligatorio ponderare più di prima qualsiasi scelta. Ma non possiamo cadere nell’errore di mettere tutti i problemi in un unico calderone, come se in questo momento bloccare la costruzione di un’opera finanziata potesse risolvere la speculazione sugli aumenti delle bollette. Altrimenti non dovremmo fare più nulla» sottolinea il presidente. «Intanto va ricordato che si tratta di una riqualificazione e non di una costruzione ex novo. Bisogna spingere quindi perché la sostenibilità sia anche economica e sociale, basata su tecnologie che consentano di realizzare riduzione nei consumi e nei costi. Prima della chiusura dell’impianto, gli albergatori di Cortina e di San Vito registravano presenze anche fuori stagione in concomitanza con gli allenamenti degli atleti. E l’indotto che ne derivava non era affatto trascurabile. A questo punto, si faccia in modo che la struttura sia utilizzata a livello europeo per tutti gli sportivi di bob, skeleton e slittino, in modo da lavorare tutto l’anno. La vera sfida è proprio questa: preparare un piano di gestione in grado di massimizzare l’utilizzo e ridurre i costi, in modo che la pista resti un punto di riferimento dopo la chiusura dei Giochi. Lo stesso ragionamento lo facciamo sulle infrastrutture viarie: le Olimpiadi lascino in eredità al territorio opere utili per le comunità locali, in grado di annullare l’isolamento delle valli bellunesi».
«Pensare di formare a Cortina, in un impianto all’avanguardia, i futuri campioni dello sport del ghiaccio, è l’obiettivo» conclude il presidente della Provincia. «Qui è nato lo sport del bob, qui si è sviluppata la tradizione di questa disciplina. Qui dovranno essere coltivati i talenti, non solo italiani».