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VENETO : Creare occupazione di qualità in particolare per i più giovani. In Veneto più di 50.000 giovani senza lavoro

“Nella lunga discussione sul progetto di legge voluto dalla Giunta per attrare investimenti in Veneto ho portato all’attenzione il tema dell’occupazione, in particolare pensando al lavoro di qualità e per i giovani. Perché i dati parlano chiaro: dal 2020 al 2023 è aumentato in Veneto il numero di disoccupati, come ci ha illustrato il report di Veneto Lavoro in Sesta Commissione a gennaio. All’interno di questo numero i giovani sono cresciuti da 40.420 a 51.275, ed il 35% delle persone senza un lavoro in Veneto è una persona di giovane età. Ma non solo, perché dal 2011 al 2023 il saldo migratorio giovanile è di 34.896 giovani veneti. Dati allarmanti che ci impongono di agire subito” è quanto dichiara la Consigliera regionale Elena Ostanel, del movimento civico Il Veneto che Vogliamo, commentando i lavori consiliari. “Gli investimenti che questa legge vuole attrarre devono servire in particolare alle imprese per generare lavoro di qualità, e non solo quantità, che serve a tutti, ai lavoratori e al benessere aziendale. E questo è ancora più necessario nel momento in cui abbiamo una disoccupazione giovanile che cresce sempre di più. Parliamo di una situazione sul mercato del lavoro che è preoccupante: siamo passati dai 115.125 disoccupati del 2020 ai 147.760 del 2023, ed è quindi una priorità per la nostra regione investire in maniera mirata e pensando al lavoro di qualità, che permetta quindi a chiunque cerchi un lavoro di trovarne uno confacente alle sue capacità” prosegue Ostanel.

“Come ho ribadito all’Assessore Marcato questi impegni sono ancora più importanti e necessari se consideriamo che in Veneto una legge sulle politiche giovanili non c’è. Per questo continuo a chiedere, oltre ad un vero impegno sul tema anche in questo progetto di legge, una norma quadro sulle politiche giovanili. Ad oggi in Commissione abbiamo tre progetti di legge, di cui uno a mia prima firma, che potrebbero essere discussi, per iniziare a delineare una strada nuova, investendo sulla fascia di età che più di tutte oggi è abbandonata dalle politiche regionali. Apriamo quindi questa discussione e facciamolo presto, per a chiederlo sono i numeri drammatici” conclude la Consigliera

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